Festival delle Sagre 9-10 settembre 2017

Published on febbraio 3rd, 2014

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L'entusiasmo dei collaboratori della Pro Loco ha dimostrato i suoi risultati fin dalle prime partecipazioni al Festival delle Sagre Astigiane. Il gruppo capitanato dall'allora presidente Ferruccio Lovisone conseguì la prima vittoria nel 1985 con il Trofeo Festival delle Sagre; riconoscimento nuovamente ottenuto nel 1987, nel 1989 e nel 1991. Il 1992 e il 1993 sono gli anni dell'Oscar della cucina ottenuti grazie alla minuziosa preparazione dell’antico fritto misto. Nel 1995 arriva il Supertrofeo Festival delle Sagre: il compito di ritirare l'ambito premio spetterà  a Bruno Merlone, neo presidente; purtroppo la prematura scomparsa di Ferruccio getta nello sconforto il gruppo, la paura di non farcela, la laboriosità del piatto, la mancanza di nuove leve conducono alla sofferta decisione di sospendere la partecipazione alla manifestazione. Arriva il 2000. Dopo un'assenza di tre anni Alberto Amerio, eletto presidente della Pro Loco, lancia la sfida: ritornare in Piazza Campo del Palio per far gustare uno dei piatti più apprezzati della cucina piemontese. Anche questa volta la compagine di Callianetto si dimostra all'altezza della situazione e nel 2001 rivince il Supertrofeo e l’Oscar della cucina. Purtroppo ancora una volta la gioia di aver ottenuto un’attestazione così ambita è adombrata da un dolore più forte: proprio ai primi di settembre viene a mancare Bruno una delle colonne portanti della Pro Loco. Grazie all’esclusione dalla gara nell’anno successivo, imposta dal regolamento a tutti i massimi vincitori, la pro loco può concedersi una pausa di meditazione per concentrarsi su eventuali migliorie da apportare. E nel 2003 si ha una nuova conferma: i piatti presentati (insalata del contadino con cavoli e rape rosse condite in bagna cauda e antico fritto misto) e la sfilata (rappresentazione del ciclo di lavorazione della canapa) conducono alla fine ad uno strabiliante risultato. Il Supertrofeo, memorial Giovanni Borello, finisce ancora una volta nelle mani del presidente Alberto Amerio. A tutt’oggi sono sette le vittorie conseguite al Festival delle Sagre Astigiane, un segno di grandi capacità per una pro loco che ha festeggiato trentasei anni d’attività!

IL CICLO DELLA CANAPA

Primo carro: un campo con la semina della canapa appena nata ed in crescita e sullo sfondo uno spaventapasseri, immagine rimasta emblematica a Callianetto dove è ancora viva l’espressione “babaciu da canavò” attribuita alle persone inette e sciocche. Secondo carro: la canapa è sradicata, battuta e pronta viene ripulita della radice e raccolta in fasci. Terzo carro: le piante venivano portate in un rio od una bula a macerare, tenute sommerse da ceppi di legno o grosse pietre. Quarto carro: le piante di canapa macerata subivano un primo lavaggio, dopo di che erano messe ad asciugare disposte a fascio d’armi. Quinto carro: rottura e gramolatura della canapa, si possono ammirare due gramole e due rubot. Sesto carro: la canapa viene “pettinata” con cinque pettini di diversa grandezza. In questa fase si produceva la stoffa, fibre di canapa corte ed aggrovigliate, che veniva affilata ed usata per confezionare sacchi e grembiuli da lavoro. Settimo carro: filatura della canapa ad opera delle donne di casa, l’operazione si sviluppava di solito nella stalla per mezzo di rocca e fuso o con un filatoio a pedale detto ruét. Il filo della filata veniva raccolto in matasse denominate ciapùn per mezzo dell’àspo e successivamente ridotto in gomitoli con l’arcolaio dettovindu. Dopo il lavoro delle donne le matasse ed i gomitoli venivano portati all’orditorio per essere preparati per la tessitura. Ottavo carro: orditura, le matasse sono pronte per essere trasformate in ordito per mezzo dell’ordiur. Nono carro: tessitura, con il telaio si ha la trasformazione in pezza di tela. Decimo carro: la biancheria viene piegata e riposta negli armadi.

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